21 febbraio 2012
Julija Jachina, giurista
Irrigidita la normativa sull'ingresso in Russia dei lavoratori stranieri, in particolare dalle ex repubbliche sovietiche. Ecco cosa cambia
Immigrazione, nuove regole
La legislazione russa sull’immigrazione contiene ancora diversi fattori che impediscono ai cittadini stranieri di istituire facili relazioni di lavoro con le compagnie russe (Vignette: Niyaz Karim)
L’Ente Federale per l’Immigrazione ha risposto alle richieste di irrigidire la normativa sull’immigrazione avanzate dal premier russo Vladimir Putin, candidato alla presidenza del Paese. Quali ostacoli sono stati creati all’ingresso degli stranieri che vogliono lavorare in Russia?
Oggi come ieri nelle leggi sull’immigrazione persistono una quantità di fattori che impediscono alle aziende russe di instaurare rapporti di lavoro con i cittadini stranieri in maniera semplice e veloce.
La maggiore difficoltà per i datori di lavoro che invitano dei cittadini stranieri in Russia è rappresentata dalle quote per l’assunzione di lavoratori stranieri imposte dalle autorità. Per rafforzare il loro business e le relazioni con i partner esteri, ora che si vanno attenuando le conseguenze della recente crisi economica, le aziende cercano di aumentare l’afflusso di forza lavoro qualificata, e per far questo chiedono di avvalersi delle quote. Ma le statistiche degli ultimi anni mostrano che, per effetto dei provvedimenti presi dal governo della Federazione Russa per contrastare la crescente disoccupazione nel Paese, le quote di ingresso per i lavoratori stranieri sono state drasticamente ridotte.
I datori di lavoro – sia quelli che instaurano una collaborazione con nuovi specialisti arrivati dall’estero, sia quelli che proseguono il rapporto con lavoratori stranieri già da tempo integrati nell’organico aziendale – devono seguire un’ulteriore procedura per la correzione delle quote. Si tratta di presentare una richiesta supplementare e di attendere per sei mesi l’esito della pratica, che non sempre è positivo; oppure di avviare una procedura burocratica per ottenere una quota extra presso la commissione intergovernativa per l’attuazione della politica migratoria statale.
Una volta ottenuta la sospirata autorizzazione, il datore di lavoro affronta un lungo e complicato iter per ottenere i documenti che consentono l’assunzione del cittadino straniero. Affinché lo Stato lo riconosca come lavoratore, il cittadino straniero deve possedere un titolo di studio corrispondente alla qualifica richiesta. Inoltre, secondo gli accordi internazionali, se il titolo di studio è stato emesso in un Paese straniero per poter essere riconosciuto in Russia deve recare il timbro della legalizzazione.
Vi sono però situazioni in cui un lavoratore di grandissima esperienza pratica e dalle conoscenze assai preziose non può presentare un titolo di studio: in tal caso la normativa sull’immigrazione gli viene incontro. Nel 2010 infatti è stata semplificata la procedura di ottenimento dei permessi di lavoro per gli stranieri con esperienza e qualifica professionale elevate. Pertanto gli specialisti qualificati e i loro datori di lavoro potranno dimenticare per qualche anno le lungaggini burocratiche, ottenendo un permesso di lavoro valido per tre anni e un visto di ingresso lavorativo per lo stesso periodo.
Per quanto riguarda i cittadini delle repubbliche ex sovietiche, invece, la procedura per ottenere un permesso di lavoro si è ulteriormente complicata. Per esempio, mentre prima gli stessi interessati potevano richiedere autonomamente il permesso di lavoro per qualsiasi posizione, ora sono tenuti a cercare un datore di lavoro che garantisca per loro, e solo nel caso in cui vi siano sufficienti quote per l’assunzione di lavoratori stranieri. Lo Stato inoltre ha posto un termine alla permanenza nel territorio della Federazione Russa per i cittadini che rimangono senza visto a causa di un licenziamento: ora hanno solo 15 giorni lavorativi per cercare un nuovo datore di lavoro con cui stipulare un contratto, se vogliono utilizzare il permesso di lavoro già attivo. Altrimenti, allo scadere del sedicesimo giorno perdono lo status di lavoratori stranieri, e hanno diritto a trattenersi nella Federazione Russa non oltre i 90 giorni dal momento del loro ingresso nel Paese.
Allo stesso tempo, la Russia ha compiuto un passo importante in favore di un’altra repubblica della Federazione, il Kazakhstan: dal 1° gennaio 2012 ai cittadini del Kazakhstan non è più richiesto il permesso di lavoro per essere assunti in Russia.
La normativa sull’immigrazione nel corso di quest’ultimo anno ha registrato molte altre novità positive, ad esempio per quanto riguarda la registrazione dei cittadini stranieri. Il termine entro cui gli stranieri sono tenuti a comunicare alle autorità il loro ingresso nel Paese e l’indirizzo di domicilio temporaneo è stato prolungato da 3 a 7 giorni lavorativi. Inoltre, per gli specialisti altamente qualificati è stato introdotto un periodo agevolato di 90 giorni durante i quali è possibile soggiornare nella Federazione Russa senza obbligo di registrazione.
Tutti questi provvedimenti rendono più semplice per i cittadini stranieri viaggiare in Russia, tanto più che la legge sullo status giuridico dei cittadini stranieri stabilisce la loro libertà di movimento all’interno del Paese sia per scopi personali che lavorativi.
Anche a quanti desiderano studiare in Russia si applicano le regole fondamentali della normativa sull’immigrazione. In primo luogo, gli interessati devono far prolungare per tempo il loro visto di studio e far registrare il proprio domicilio temporaneo. Dell’ottenimento dei visti e della registrazione degli studenti si occupa direttamente l’istituto scolastico o universitario.
Il problema dell’immigrazione illegale
Dato il numero crescente di lavoratori stranieri che entrano in Russia in maniera irregolare, è stato rafforzato il controllo dell’Ente Federale per l’Immigrazione sugli ingressi per scopi di lavoro. Ogni anno migliaia di datori di lavoro vengono sottoposti ad accertamenti pianificati o straordinari. Vengono così scoperte molte irregolarità nei documenti emessi dalle imprese. La maggiore attenzione è rivolta proprio ai cittadini stranieri che lavorano in Russia.
Il problema è che la sorveglianza esercitata nella fase di ingresso degli stranieri in Russia non è sufficiente, come non lo sono i controlli sui cittadini immigrati; e successivamente è molto difficile rintracciare i loro spostamenti all’interno del Paese. Se i cittadini che entrano nella Federazione Russa con un visto rischiano, qualora violino le leggi sull’immigrazione, di vedersi negare in futuro il rilascio di un nuovo visto, quelli invece che entrano nel Paese senza alcun visto, aspirando, com’è naturale, a una vita migliore e trovando solo in Russia una possibilità di guadagnare, spesso decidono a proprio rischio e pericolo di infrangere la legge.
Ovviamente il governo russo deve preoccuparsi del benessere dei propri cittadini, contrastando la disoccupazione, esercitando un controllo sulla crescita della criminalità che scaturisce dai dissidi etnici, perfezionando la propria legislazione anche in materia di immigrazione. Eppure, il tentativo di mettere a tacere i sintomi di una malattia senza cercare di individuarne le cause – che in questa fase della vita del Paese sono soprattutto economiche – porta a un aggravarsi della situazione. Se non si migliora il sistema di controllo sull’ingresso in Russia dei cittadini stranieri, l’impiego di rigide misure repressive può portare solo a un affinamento dei metodi per importare illegalmente forza lavoro a basso costo e a un aumento della corruzione.
http://russiaoggi.it/articles/2012/...gole_14752.html